mercoledì 10 agosto 2016

NAPOLI, BASTA POLEMICHE E SOSTENIAMO LA SQUADRA!



"Stessa spiaggia, stesso mare" recitava una canzone in voga negli anni '60 ma sempre attuale. Attuale come la situazione paradossale che vive la Napoli calcistica, in preda al solito scoramento estivo dovuto alle poche soddisfazioni recate dal mercato della propria squadra del cuore, mercato targato Aurelio De Laurentiis per il dodicesimo anno. L'esperienza insegna poco purtroppo, ci si aspetta sempre il nome di grido e poca importanza viene data ad interventi mirati ed efficaci nonostante i pochi squilli di tromba. E così accade che una squadra che ha strabiliato l'Italia e l'Europa, ha scomodato trasmissioni ed opinionisti dell'intero continente, ha dominato un campionato per gran parte della stagione (Campione d'inverno) venendo superata da una Juventus capace di vincere 25 gare su 26 (pareggio a Bologna), con i bianconeri mai alle prese con un episodio arbitrale anche lontanamente sfavorevole ( anzi!). Una qualificazione in Champions League ottenuta brillantemente (dalla porta principale) ed una squadra rimasta con lo stesso telaio non basta all'ambiente; troppo grande lo scotto per la partenza di Higuain destinazione Juventus e insopportabilmente antipatica a certe persone la figura fin troppo carismatica del patron azzurro.


Chi scrive non prende soldi dalla società partenopea ed è uno di quelli che prima di andare a nanna deve prima dare un'ultima occhiata a quella maglia azzurra e sentirne l'odore; vorrebbe vincere contro tutto e tutti, big europee comprese. Ma è anche uno che sostiene la squadra, la maglia, a prescindere da chi è il terzino, il centrocampista o il bomber che la indossa; una "malattia" è tale perché non razionale, mai schematica e sicuramente l'ormai solita, atavica e quotidiana ostilità di una fetta rumorosa ed interessata della città è a dir poco inaccettabile e poco, troppo poco condivisibile. Regna l'incoerenza e troppi si spacciano per tifosi: ma si può mai definire tifoso chi si disaffeziona ad una squadra che gioca così, che ogni volta che scende in campo domina la scena e diverte divertendosi? Con un allenatore umile e capace che ha dato un'anima e una mentalità ad una squadra di leoni e che ha saputo meravigliare e zittire le feroci critiche di presunti esperti. 


Il Napoli, sia chiaro, non è mai stata una potenza e mai lo sarà, le entrate, il budget e gli introiti provenienti dal merchandising sono ben lontani da quelli delle potenze del nord (fin quando la quasi totalità degli abitanti del Meridione sosterrà i loro colori con orgoglio e vanto non cambierà mai nulla!) ed anni luce dalle super potenze europee; il modello azzurro, come è giusto che sia in queste condizioni, ricalca quelli di Atletico Madrid, Porto, Borussia Dortmund, per citarne qualcuno. Stare sempre e costantemente in alto anche grazie ad una sapiente gestione ed interventi oculati ma intelligenti sul mercato, facendo la vendita "monstre" di turno per completare ed arricchire la squadra.
Ed allora lasciamo perdere il Presidente (soprattutto quando storia, fatti e carte parlano senza alcuna possibilità di replica a suo favore), non facciamoci troppo "catturare" dall'atteggiamento mieloso dei ragazzi-giocatori (perché in fondo non va dimenticato che sono sì professionisti ma pur sempre giovanotti come i loro coetanei) che giurano amore alla maglia (!?) e soprattutto ascoltiamo di meno le opinioni di persone interessate che sparlano della squadra e della società. 
La maglia azzurra è una fede, la squadra del Napoli è una fede incontrovertibile: i Presidenti passano, così come dirigenti e giocatori, la maglia azzurra è sempre lì, in attesa di essere amata. Amata a prescindere...

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